Alla scoperta di Kingston
Passeggiando sulla riva di Doctor’s Cave, una tra le più belle spiagge dei Caraibi, Jonathan ripensava a quella che era stata la sua vita fino a pochi giorni prima. Si trovava a Kingston per spezzare la monotonia di un lavoro ormai troppo imbrigliato in rigide regole che non condivideva più; e sconvolgere altresì, la monotonia di una vita nella quale non si riconosceva più.
Per lungo tempo, troppo forse, era stato un avvocato di grido, membro di un famoso studio legale di Manhattan, e adesso che non era più così si sentiva svuotato. Era come se, nella sua vita, fosse stato tutto prestabilito. Un buon lavoro, un rapporto consolidato con una donna talmente bella e seducente da non poterle resistere, una vita invidiabile, ma tutto questo era solo fumo negli occhi e, solo adesso fermo dinanzi a quel panorama mozzafiato, dove il mare sembrava congiungersi con l’infinito, se ne rendeva improvvisamente conto.
Era stato in aula, durante l’ultimo processo, che si era accorto di quanta finzione ci fosse nella sua vita e sempre lì aveva preso la decisione più dura di tutta la sua esistenza. Qualche ora dopo era già su un aereo diretto ai Caraibi. Non era stato facile lasciarsi tutto alle spalle, ma da quando era arrivato al Delta Kingston Waterfront Hotel tutto era cambiato, anche il suo modo di vedere il mondo che lo circondava.
Un giorno mentre percorreva in auto il litorale che costeggiava Long Bay Beach la sua attenzione fu attratta da un ragazzo che stava surfando. Lo faceva con estrema naturalezza, non esistevano tre elementi distinti ma uno solo. Era l’immagine della vera libertà.