Kingston e Green Grotto Caves
Era a Kingston già da una settimana e non si era mai sentito più vivo e rigenerato. Da quando si trovava sull’isola molte cose erano cambiate nella sua vita. Ogni mattina Jonathan si alzava all’alba e andava a correre a piedi nudi sulla spiaggia privata dell’albergo. Era bello sentirsi finalmente libero. Niente più stress, niente più rigide regole alle quali adeguarsi. Solo sabbia bianca sotto di sé e il caldo bacio del sole al mattino.
Ma Kingston non era solo sole e mare. Giorno dopo giorno, infatti, l’uomo scopriva luoghi incantevoli nei quali perdersi come il Green Grotto Caves, una grotta immersa in una rigogliosa vegetazione, fonte d’ispirazione, per chiunque volesse trovare, nella più romantica delle isole caraibiche, un po’ di mistero. E fu proprio mentre Jonathan si aggirava in una di queste grotte, fiocamente illuminate dalla luce delle torce, poste ai lati dei muri rocciosi, che la vide.
In realtà, la prima cosa che attirò la sua attenzione fu una voce soave e cristallina, una voce che conosceva bene. Ma, non poteva essere, pensò l’uomo. Incuriosito, si voltò e la vide. Era Stephanie, la sua ex, più bella che mai. Provò a chiamarla, ma lei fuggì via, veloce come il vento. Le corse dietro per raggiungerla, ma la folla, che stava visitando insieme a lui la grotta, lo rallentò, e quando finalmente riuscì ad uscire lei era già sparita.
Ritornato in albergo l’uomo ripensò a quel fugace incontro, ai suoi occhi blu come il cielo stellato di quella sera, ai suoi luminosi capelli biondi, alla sua profumata pelle ambrata e un nodo gli serrò la gola. Lasciare lei era stata la cosa più difficile, perché nonostante lui ritenesse il loro rapporto stanco e privo di significato sapeva che Stephanie era ancora molto coinvolta. Quella notte l’uomo non dormì.