Sharon e Il mistero di Dublino
Non avrebbe mai più dimenticato quel momento, né tantomeno quegli occhi, di questo Sharon ne era
profondamente convinta. Non aveva scoperto nulla d’interessante, e i fondi messi a disposizione dal Daily
Express per questa trasferta stavano per finire e presto sarebbe dovuta tornare a Londra. Aveva già
preparato i bagagli, ma non poteva fare a meno di pensare che qualcosa le sfuggiva. Sì, ma cosa?
L’ottimismo, la voglia di fare erano ottime qualità, ma non potevano da sole rendere così florida una città.
In cima ai suoi pensieri c’erano sempre quelle due domande che continuavano a martellarle
incessantemente in testa: chi c’era dietro questa ripresa? Chi poteva trarne vantaggio? Una cosa era certa,
quella città nascondeva un segreto e prima di andarsene lei l’avrebbe scoperto. Presa tale decisione
afferrò la giacca di pelle nera, adagiata sulla poltroncina e uscì, senza avere una meta ben precisa. Aveva
trascorso tutto il pomeriggio girovagando per la città, in cerca di risposte e, proprio mentre stava
attraversando l’Ha Penny Bridge, persa nel panorama di quella città che l’incantava ad ogni sguardo, si sentì
urtare. Alzò gli occhi per parlare e lo vide. Era lo stesso uomo che aveva visto nel bosco.
Ancora una volta i loro sguardi s’incontrarono, ma stavolta lei non rimase in silenzio:
“Speravo di rivederla. Ho bisogno di parlarle.
Dice a me ? – le chiese l’uomo, negli occhi uno sguardo perplesso –
Sì, – rispose Sharon in tono deciso – ho bisogno di alcune risposte e lei è la sola persona che può darmele”.
Detto ciò si avviarono insieme alla ricerca di pub dove poter parlare tranquillamente. Appena si furono
seduti Sharon si presentò dichiarando, inoltre, il motivo per il quale si trovava in Irlanda. A quel punto
l’uomo, messo alle strette, confessò. Era lui che stava risollevando le sorti di Dublino.