Dublino e il Mistero Svelato

Seduti l’uno di fronte all’altro, davanti ad una buona tazza di cioccolata fumante l’uomo iniziò a parlare di ciò che era stata la sua vita sino a quel momento: “Lei ha ragione a pensare che in questa città ci sia un mistero da scoprire, ma – e qui l’uomo trasse un lungo respiro – quello che non sa è che il suo mistero sono io.

Cosa intende dire? Si spieghi meglio – gli chiese Sharon, superato l’attimo di confusione – Mio padre è stato il signore della città fino a pochi anni fa, quando, a causa del gioco d’azzardo, perse tutto.

Non avendo soldi liquidi per estinguere il debito contratto consegnò nelle mani dei suoi creditori tutte le sue proprietà, vale a dire l’intera città.

E lei dov’era mentre succedeva tutto questo? – gli chiese d’improvviso Sharon – Io non vivo più in questa città da molto tempo, – si giustificò l’uomo – ma appena ho saputo tutto quello che stava succedendo mi sono precipitato qui e ho cominciato a lavorare nell’azienda di famiglia.

Prima di morire mio padre, qualche mese fa, mi ha fatto promettere che mi sarei preso cura della sua città. E così ho fatto.

Ma, se l’intera città è in crisi come mai stanno nascendo tante nuove attività finanziarie? – e prima che l’uomo potesse smentire – Non cerchi di negare. Chi le finanzia?

Io – rispose l’uomo con la massima semplicità – Voglio riportare la città al suo antico splendore”.

Mentre continuavano a parlare Sharon e il suo interlocutore, senza quasi rendersene conto, erano arrivati nella piazzetta di Temple Bar, che pullulava di musicisti di strada e di vita.

Ancora una volta, guardandosi intorno, Sharon si stupì delle grandiosità naturali e architettoniche che Dublino nascondeva ad ogni passo.

Tra poche sarebbe ripartita, ma di una cosa era certa: non avrebbe mai più dimenticato quell’atmosfera.

 

Sharon e Il mistero di Dublino

Non avrebbe mai più dimenticato quel momento, né tantomeno quegli occhi, di questo Sharon ne era

profondamente convinta. Non aveva scoperto nulla d’interessante, e i fondi messi a disposizione dal Daily

Express per questa trasferta stavano per finire e presto sarebbe dovuta tornare a Londra. Aveva già

preparato i bagagli, ma non poteva fare a meno di pensare che qualcosa le sfuggiva. Sì, ma cosa?

L’ottimismo, la voglia di fare erano ottime qualità, ma non potevano da sole rendere così florida una città.

In cima ai suoi pensieri c’erano sempre quelle due domande che continuavano a martellarle

incessantemente in testa: chi c’era dietro questa ripresa? Chi poteva trarne vantaggio? Una cosa era certa,

quella città nascondeva un segreto e prima di andarsene lei l’avrebbe scoperto. Presa tale decisione

afferrò la giacca di pelle nera, adagiata sulla poltroncina e uscì, senza avere una meta ben precisa. Aveva

trascorso tutto il pomeriggio girovagando per la città, in cerca di risposte e, proprio mentre stava

attraversando l’Ha Penny Bridge, persa nel panorama di quella città che l’incantava ad ogni sguardo, si sentì

urtare. Alzò gli occhi per parlare e lo vide. Era lo stesso uomo che aveva visto nel bosco.

Ancora una volta i loro sguardi s’incontrarono, ma stavolta lei non rimase in silenzio:

“Speravo di rivederla. Ho bisogno di parlarle.

Dice a me ? – le chiese l’uomo, negli occhi uno sguardo perplesso –

Sì, – rispose Sharon in tono deciso – ho bisogno di alcune risposte e lei è la sola persona che può darmele”.

Detto ciò si avviarono insieme alla ricerca di pub dove poter parlare tranquillamente. Appena si furono

seduti Sharon si presentò dichiarando, inoltre, il motivo per il quale si trovava in Irlanda. A quel punto

l’uomo, messo alle strette, confessò. Era lui che stava risollevando le sorti di Dublino.

Il blog Mianotour ospita i racconti di Antonella Saia

Antonella Saia, è una scrittrice speciale, fluente, appassionata e molto sensibile, e siamo onorati di accogliere i suoi post sul nostro blog.

Ci parlerà di viaggi, di destinazioni da sogno e d’incanto, di magie che profumano d’intenso luoghi che solo con le parole non si potrebbero descrivere, ma lei sarà abilissima a farlo.

Laureata in Lettere Moderne e specializzata in Scienze dell’Informazione Giornalistica, giornalista pubblicista, ha collaborato con Normanno.com e Laprovinciamessina.it. Attualmente collabora con messinaoggi.it dove cura le pagine di cultura e spettacoli, scrivendo recensioni letterarie e teatrali,

Ha al suo attivo la pubblicazione di un romanzo dal titolo “A tempo di fuga“, edito da Pungitopo.

La trovi su Twitter: @Antonella_Saia

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Dublino e l’Irlanda, terra magica di fate, gnomi ed elfi

Dublino e l’Irlanda, terra magica di fate, gnomi ed elfi dove tutto può accadere e dove la realtà si sposa con la magia.

Lo sa bene Sharon Douglas, giornalista inglese, ospite del Double Tree Dublin – Burlington Hotel, in trasferta in Irlanda per indagare su una serie di eventi strani, avvenuti poco distanti dalla città e per giunta in pieno giorno. Si narrava, infatti, di sparizioni improvvise di persone che ricomparivano alcune ore dopo e, senza alcun apparente motivo cominciavano a comportarsi stranamente, come se stessero conducendo un’altra vita. D’un tratto tutto per loro diventava possibile, anche realizzare i desideri più nascosti, ma a quale costo? E, soprattutto, chi c’era dietro tutto quest’improvviso entusiasmo? Chi poteva trarne vantaggio? Determinata a dare una risposta ai suoi molti interrogativi, un giorno Sharon cominciò a seguire un uomo che si stava inoltrando in un bosco. La giornata era cupa, il sole primaverile era coperto da una fitta coltre di nuvole, ma appena l’uomo lasciò la strada principale per addentrarsi in una piccola radura tutto cambiò improvvisamente. Intorno solo una rigogliosa vegetazione, baciata da un timido raggio di sole che filtrava tra il fitto fogliame degli alberi. L’uomo, che aveva seguito fin lì, adesso si trovava al centro della radura, anche lui baciato dal sole, con le braccia rivolte al cielo. Sentendosi improvvisamente osservato egli si volse nella sua direzione e, per la prima volta, Sharon lo vide, e capì. Era tutto scritto nei suoi occhi. Non esisteva nessun mistero su cui indagare. Chi si avventurava in quel posto non lo faceva per incontrarsi con qualcuno o andare alla ricerca di qualcosa, ma solo per ritrovare fiducia in se stessi e nelle proprie potenzialità, perché realizzare i propri desideri, per quanto grandi essi siano, è possibile.

Basta crederci!