Enchanted Garden
Dal momento in cui l’aveva rivista in quella grotta Jonathan, non era più riuscito a togliersela dalla mente. I suoi occhi lo perseguitavano ovunque andasse: sulla spiaggia mentre correva a piedi nudi, nell’hall dell’albergo, sotto la doccia e ancora nel letto, al suo risveglio.
Quando aveva lasciato Manhattan aveva pensato soltanto a scappare da una vita nella quale da troppo tempo si sentiva imbrigliato, ma non aveva fatto i conti con il suo cuore.
D’improvviso, mentre passeggiava nella lussureggiante vegetazione dell’Enchanted Garden, perso in tali pensieri, la vide, seminascosta da una rara e bellissima pianta tropicale. Lei non si era ancora accorta della sua presenza, così la sua sorpresa nel trovarselo dinanzi fu totale:
“Che cosa vuoi? – esclamò la donna sulla difensiva –
Parlarti – rispose lui senza attendere oltre-
È troppo tardi ormai, non credi? – replicò Stephanie, continuando ad annusare il fiore che aveva tra le mani.
No, ti sbagli – replicò Jonathan, prendendole il viso tra le mani e costringendola a guardarlo negli occhi. – Io ti amo.
E la tua libertà? – gli chiese lei, felice di poter dare sfogo finalmente a tutta la rabbia che aveva in corpo.
La libertà non ha alcuna importanza se al mio fianco non ci sei tu.” – rispose lui, e senza darle il tempo di ribattere, la baciò.
Fu un bacio lungo, intenso e denso di significato. Il sole al tramonto stava tingendo il cielo di rosso corallo segnando la fine di una giornata carica di emozioni, mentre per loro stava per prendere il via un nuovo inizio, all’insegna di una totale libertà, finalmente priva di tutte le inutili convenzioni sociali.